Intervista Leonardo Capaldo

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Leonardo Capaldo – Rocchetta Sant’Antonio

(6:00)

 

  1. D) La lotta per il metano per il Subappennino è stata un pezzo importante per il vostro territorio. Qual è il vostro ricordo di quei giorni?
  2. R) Un ricordo ancora vivo. Ovviamente sono trascorsi 45 anni, per cui non posso ricordare esattamente quello che avvenne. Ricordo comunque con molta precisione che in quel tempo ci fu un grande movimento qui a Rocchetta e noi decidemmo spontaneamente di unirci. Se non vado errando ci riunimmo nella sala consigliare del Comune di Rocchetta Sant’Antonio e spontaneamente, senza nessuna pre-organizzazione ci ritrovammo tutti insieme in un comitato. Questo comitato era gestito da persone che, più di me che allora avevo appena 23 anni, conoscevano la vita politica e sociale del paese e comunque io in quella circostanza fui nominato cassiere su invito di mio cugino Carlo.

Così mi son procurato un quaderno alla buona, avevamo fatto un giro per le strade del paese e avevamo raccolto dei contributi da parte di tutti i cittadini. La partecipazione fu massiccia e spontanea. Io registravo sul quaderno tutti gli oboli che i cittadini versavano. Dopodichè, siccome bisognava passare dalle parole ai fatti, e i fatti erano praticamente l’occupazione dei pozzi di metano in quel di Ascoli e di Deliceto, organizzammo delle squadre di vigilanza e di occupazione dei pozzi. Alcune persone andavano sui pozzi e pernottavano a guardia dei pozzi stessi in maniera che si potesse far sentire la presenza presso le istituzioni. L’obiettivo ovviamente era quello di portare occupazione nel territorio vista la mancanza quasi totale. Io ero particolarmente entusiasta perché proprio in quei giorni avevo studiato una dispensa di geografia economica sul petrolio del Texas e quindi io abbinavo il metano del Subappennino al petrolio del Texas ovviamente con i dovuti distinguo perché la cosa non poteva reggere. Quindi, io avevo questo quaderno, le persone andavano a vigilare i pozzi ed al rientro io mi recavo da loro e pagavo la giornata. Perché giustamente essendo padri di famiglia avevano comunque bisogna di portare a casa il danaro per tutte le esigenze che ci sono.

Poi ci fu questa marcia su Foggia, io ricordo poco. Non sono andato con il pulman ma sono andato in macchina. Ricordo che c’era una marea di gente in quel di Foggia e fu la prima dimostrazione di un movimento popolare venuto dal basso a mio avviso non diretto da politici perché era la base che esprimeva il contenuto.  Alla fine, poi ovviamente come sanno tutti, le cose non è che possono essere gestite dal popolo. Ci sono sempre dei rappresentanti, ci sono le istituzioni, ci sono gli imprenditori e se non vado errato poi il risultato è stato quello dell’istallazione di una fabbrica di filati che ha resistito fino ad una ventina di anni fa.

  1. D) In quegli anni ci fu molto impegno da parte dei partiti, dei sindacati che poi confluirono e divennero parte integrante dell’attività del comitato stesso. Qual è il vostro ricordo di quegli anni. L’attività politica era anche basata su veri e propri scontri politici oppure c’era la omogeneità della condotta politica?
  2. R) Devo dire la verità, la mia impressione, in quella circostanza diciamo che le distanze tra i partiti si ridussero di parecchio perché c’era questo problema che comunque ci avvicinava. Non abbiamo avuto scontri, almeno da quello che io ricordo. Poi non so se nelle sedi dei partiti (che io non frequentavo in quanto ero un simpatizzante di sinistra, mi ero allora avvicinato al partito Socialista). So soltanto che quando ci siamo visti li nella sala consigliare del Comune di Rocchetta non c’è stata la distinzione dei colori, rosso, bianco, verde, c’è stato un solo colore, diciamo un bel tricolore locale che abbiamo realizzato. Poi, ovviamente, se ci sono state manovre politiche, io non posso dire nulla. So soltanto che in quella circostanza, tenuto conto che da noi è difficile raggiungere unità di intenti, in quella circostanza l’unità di intenti si è realmente verificata ed attuata. Tant’è che io, essendo uno che sul documento (il comitato di Rocchetta) risulta come uno aderente al Partito Comunista, ho avuto l’incarico delicato di gestire il danaro raccolto dalla popolazione.